Gli investitori devono contribuire alla protezione degli habitat e delle specie


Il tema della biodiversità è oggi sotto i riflettori, data la scadenza dei precedenti accordi internazionali che impongono a politici, legislatori e imprese di valutare e definire nuovi obiettivi. Cos’è esattamente la biodiversità e perché è importante? Il termine si riferisce alla varietà della vita vegetale e animale o a un habitat specifico, ed è vitale per il funzionamento dei nostri ecosistemi e della società. Fornisce una moltitudine di benefici, dalla protezione delle risorse idriche e dal miglioramento della fertilità del suolo, all’assorbimento delle emissioni di carbonio e alla garanzia della stabilità del clima. Molte imprese dipendono direttamente o indirettamente da questi servizi ecosistemici, ad esempio, per la produzione di materie prime e per le loro catene di approvvigionamento.

La risposta inefficace dei governi

Un nuovo piano globale per la biodiversità dovrebbe essere adottato nell’ottobre 2020 in occasione della quindicesima Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica (COP 15) a Kunming, Cina. Tuttavia, data la crisi globale innescata dal Coronavirus, la COP 15 è stata rinviata al 2021. Gli obiettivi fissati per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020 non saranno raggiunti, secondo una recente valutazione dell’IPBES– Intergovernmental Science Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Piattaforma Intergovernativa di ScienzaPolitica sulla Biodiversità e i Servizi Ecosistemici).
I Paesi non sono stati in grado di identificare i principali fattori alla base della perdita di biodiversità, di attuare una legislazione adeguata o di raccogliere le risorse finanziarie necessarie per fermare lo sfruttamento delle specie, conclude il rapporto. L’IPBES dipinge un quadro preoccupante, con un incremento delle specie a rischio estinzione e molti ecosistemi in rapido cambiamento. I calcoli mostrano che circa 1 delle 8 milioni di specie del mondo rischia di scomparire nel giro di pochi decenni, a meno che non vengano messe in atto potenti misure per fermare lo sviluppo dannoso.

L’efficace risposta degli investitori

In un mondo caratterizzato da budget e risorse economiche scarse e crescita lenta, i già limitati finanziamenti pubblici per la biodiversità potrebbero essere difficili da sostenere, figuriamoci da espandere. Costruire partnership pubblico-privato per investire nelle ricchezze naturali può aiutare a trasformare la conservazione della biodiversità in un motore di crescita più inclusiva e più verde.
Gli stakeholder del settore privato stanno iniziando a comprendere il valore degli ecosistemi e il ruolo che essi svolgono nel favorire la crescita economica. Il settore privato investe nella conservazione della biodiversità per creare valore, garantire le catene di approvvigionamento e migliorare i propri modelli di business. I governi e le agenzie sovranazionali investono nella conservazione della biodiversità perché fa parte della ricchezza pubblica e delle attività economiche. Anche le istituzioni finanziarie e le banche si stanno dando da fare per fornire finanziamenti, conoscenze e contributi a lungo termine per la conservazione della biodiversità.

Le strategie STARS di Nordea

Le soluzioni STARS di Nordea non investono direttamente nella silvicoltura o nei terreni agricoli, ma in aziende che potrebbero avere un impatto concreto sulla biodiversità a seconda del settore in cui operano. Riteniamo che la biodiversità sia una componente fondamentale della sostenibilità aziendale a lungo termine, poiché le aziende si basano sulle risorse naturali e dipendono da ecosistemi sani. Integriamo la biodiversità nell’analisi ESG delle aziende e verifichiamo se questa rappresenti una tematica da affrontare sia nelle loro operazioni, compresa la catena di approvvigionamento, sia tra i loro prodotti.

Case study: le piantagioni di olio di palma

Nel settore dei beni di consumo, valutiamo i rischi legati alla produzione di olio di palma e abbiamo una posizione diversa sull’approvvigionamento di olio di palma. Siamo preoccupati che le questioni ambientali e sociali associate alla produzione non sostenibile di olio di palma possano avere un impatto concreto sulle aziende lungo tutta la catena del valore del comparto. La produzione non sostenibile di olio di palma è associata alla deforestazione e alle questioni legate ai terreni e ai diritti dei lavoratori, che, se non vengono gestite correttamente riteniamo rappresentino rischi significativi per la reputazione delle società in cui investiamo, come la perdita della licenza di operare. Le aziende inoltre possono essere esposte a minacce legate al clima a causa dell’associazione tra la produzione non sostenibile di olio di palma e la deforestazione, che contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra. Supportiamo il lavoro della Tavola rotonda sull’olio di palma sostenibile (RSPO – Roundtable on Sustainable Palm Oil) e incoraggiamo le società in cui investiamo esposte a questa industria a diventare membri della RSPO e ad applicarne principi e criteri. In ogni caso, come primo passo imprescindibile, ci aspettiamo che le aziende di tutta la catena del valore dell’olio di palma, inclusi produttori, raffinatori, commercianti, produttori di beni di consumo, dettaglianti e banche, adottino e attuino una Politica pubblicamente disponibile contro la deforestazione, la torba e lo sfruttamento.