Una panoramica sugli standard ESG dell’UE in materia di disclosure

Gli investimenti ESG stanno guadagnando terreno da un po’ di tempo, ma rimanevano in gran parte non regolamentati. A seguito del Piano d’azione europeo sulla finanza sostenibi-le del 2018, è in corso la preparazione di un nuovo pacchetto legislativo per cambiare tale situazione – e gli investitori devono essere pronti

L’UE ha sviluppato il Piano d’azione sulla finanza sostenibile per riorientare gli investimenti verso investimenti sostenibili (che sono necessari per consentire all’Europa di raggiungere gli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi del 2015 e dal Green Deal europeo) e per fornire un quadro di riferimento alla sostenibilità nell’ambito della gestione patrimoniale. Possiamo riassumere le prime iniziative normative in tre punti.

In primo luogo, il Regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari chiarirà i doveri e le responsabilità dei partecipanti ai mercati finanziari (inclusi i gestori degli investimenti e i distributori).Tale regolamento si rivolge a distributori, consulenti finanziari e asset manager, i quali, indipendentemente dal luogo in cui si trovano sulla catena del valore, dovranno comunicare come classificano i loro prodotti e la soste-nibilità degli investimenti sottostanti. Inoltre, tali operatori dovranno comunicare come trattano i rischi di soste-nibilità in aree quali il processo decisionale in materia di investimenti e la classificazione dei prodotti.

In secondo luogo, il Regolamento sulla tassonomia fornirà un vocabolario comune sugli aspetti ambientali, allo scopo di evitare potenziali casi di “greenwashing”. Quando si pensa all’ ESG, a volte non si riesce a vedere l’intera foresta a causa della diversità degli alberi che la compongono. Le attuali iniziative di regolamentazione mirano a dare una struttura a questa tematica. La tassonomia ha intrapreso i primi sforzi verso una serie comune di definizioni ambientali da utilizzare in tutto il settore.

Infine, gli aggiornamenti e le modifiche si applicheranno alle legislazioni esistenti, come la MiFID II, gli OICVM o l’AIFMD. Ci troviamo nel bel mezzo del processo di regolamentazione, il che significa che ci saranno ancora molti chiarimenti e aggiustamenti a venire. Detto questo, sappiamo che la MiFID II richiederà ai distributori di integrare le preferenze di sostenibilità nella valutazione di idoneità al momento di fornire consulenza in materia di investi-menti o nella gestione discrezionale del portafoglio. Le preferenze in materia di sostenibilità dovranno essere va-lutate insieme ai consueti aspetti di idoneità.

I distributori dovranno classificare i loro prodotti in categorie

I fornitori di prodotti o servizi nelle aree ESG/sostenibilità/responsabilità dovranno classificare i loro prodotti in categorie. Sebbene tali requisiti non siano ancora del tutto chiari, questi cambiamenti sono significativi per i di-stributori, in quanto vi saranno dei requisiti per valutare, documentare e riesaminare regolarmente il processo di selezione dei prodotti di un’offerta di sostenibilità

Se ancora non hanno intrapreso alcuna azione, i distributori devono iniziare subito a familiarizzare con le diverse iniziative normative, soprattutto con quelle che hanno un effetto diretto. È fondamentale comprendere le inter-dipendenze tra le iniziative e il loro impatto sul valore, sul cambiamento e sui processi.

Essenzialmente, esistono tre categorie di prodotti. La prima categoria segue considerazioni ESG di base, ma con un obiettivo di investimento principalmente focalizzato sull’offerta di rendimenti. La seconda categoria è l’art. 8 del Regolamento SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) o prodotti ESG. Si tratta di strategie ESG dedicate, che includono elementi quali l’esclusione e le misure su come garantire le pratiche di governance. La terza catego-ria, l’art. 9 del Regolamento SFDR o impatto sui prodotti, oltre a fornire un rendimento finanziario, ha anche un obiettivo di sostenibilità.

È importante sottolineare che gli investitori non stanno sacrificando i rendimenti per accedere a una categoria più alta, ma significa semplicemente che i requisiti di sostenibilità sono più elevati. La sfida principale per il mercato è decidere quali sono le soglie. In termini di distribuzione, il diavolo è davvero nei dettagli, poiché è probabile che solo le categorie degli articoli 8 e 9 siano considerate prodotti sostenibili, anche se potrebbero essere necessarie ulteriori specifiche. Se un cliente desidera un prodotto sostenibile, non si può semplicemente offrire una soluzione di base.

Possiamo confrontare la situazione attuale con un trasloco. Dopo aver vissuto nella nostra casa per molto tempo, ci trasferiamo d’ improvviso verso qualcosa di nuovo. Proprio quello che è successo a quest’industria. Tuttavia, gli scatoloni per imballare i nostri oggetti non si adattano alle cose che abbiamo, e molti non sono ancora arrivati.

Allo stesso modo, la presente guida sarà rielaborata nei mesi e negli anni a venire. Nel frattempo, è importante che i consulenti comincino a pensare alla loro offerta e ai loro processi interni in relazione agli investimenti sostenibili. La sostenibilità offre un’opportunità potenzialmente enorme ai consulenti che già iniziano a ricalibrare il proprio modello di business per soddisfare i requisiti di valutazione ESG e offrire una buona gamma di fondi sostenibili. Ci troveremo di fronte a molte sfide lungo questo percorso e noi di Nordea siamo impegnati a renderlo più facile per i distributori. Vi incoraggiamo a contattarci per proseguire il dialogo.