Di Alexandra Christiansen, portfolio manager della strategia Global Climate Engagement di Nordea
Con l’aumento della consapevolezza degli investitori riguardo alla sfida climatica negli ultimi anni, abbiamo assistito a un significativo esodo di capitali dalle società ad alta intensità di emissioni. Un’attenzione maggiore verso i fattori ESG è stata un fattore determinante di questa fuga di investimenti, dato che gli asset manager hanno cercato, in maniera più o meno uniforme, di offrire e dimostrare ai propri clienti solide credenziali di sostenibilità.
Mentre questo percorso di transizione verso un mondo più verde sta continuando in modo trasversale, sono ancora numerose le aziende considerate arretrate in questo processo. Ciò è particolarmente evidente per quei business ad alta intensità di emissioni, molti dei quali sono responsabili di buona parte dell’inquinamento globale.
Tuttavia, arretrati o meno, molte di queste realtà svolgono e svolgeranno un ruolo cruciale nella nostra transizione verso un futuro più sostenibile. É quindi importante che gli investitori si impegnino non a escludere, ma a collaborare attivamente con queste società. Nonostante ci siano chiaramente casi in cui l’esclusione va perpetrata, in particolare per quelle aziende che richiedono una completa reinvenzione del modello di business, vi sono molte istanze di aziende essenziali per dare forma a un futuro a basse emissioni di carbonio, ma che altresì devono dimostrare l’intenzionalità strategica e pratica di allinearsi alla giusta direzione.
Con questo obiettivo l’anno scorso abbiamo inaugurato la nostra strategia Global Climate Engagement portando avanti, da allora, numerosi programmi di engagement con i principali responsabili delle emissioni per innescare un cambiamento nel mondo reale. Di seguito, evidenziamo tre esempi delle nostre interazioni.
Ashland
Ashland si è evoluta dall’essere un player nel settore chimico a diventare un’azienda di additivi e ingredienti speciali focalizzata sul consumatore e ben allineata con i trend sostenibili. Sebbene storicamente non sia riuscita a tenere il passo dei propri competitor in termini di rendimenti, Ashland ha ottenuto progressi significativi nell’implementazione di prodotti chimici sostenibili senza ricevere però il riscontro atteso dal mercato.
Lo scopo del nostro engagement è stato quello di supportare Ashland nel conquistare il consenso del mercato in merito all’evoluzione del business negli ultimi anni, nonché di spingere per una direzione strategica più chiara accelerando l’implementazione di un’offerta di prodotti più sostenibile. Riteniamo che ciò possa rafforzare i fondamentali dell’azienda riflettendosi in una valutazione più alta per Ashland e generare un impatto ambientale positivo grazie all’ evoluzione dell’offerta prodotti.
Dal lancio della nostra strategia Global Climate engagement, abbiamo partecipato a cinque incontri con il management di Ashland inclusi il CEO e il CFO. Nel corso dei vari meeting abbiamo incoraggiato l’azienda a garantire la centralità del tema della sostenibilità nella propria strategia di business a livello di know-how, trasparenza e obiettivi. Siamo stati incoraggiati nel vedere che Ashland ha ottenuto la certificazione FSC per i materiali a base di cellulosa e vogliamo continuare la nostra collaborazione per sbloccare ulteriore valore e benefici ambientali.
Hawaiian Electric Industries
Hawaiian Electric Industries (HEI) è il più grande fornitore di elettricità nello stato americano delle Hawaii. L’azienda e le sue sussidiarie offrono servizi al 95% degli 1,4 milioni di residenti nelle isole di Oahu, Maui, Hawaii Island, Lanai e Molokai. Nel 2017, lo stato delle Hawaii ha approvato una tabella di marcia per raggiungere il 100% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2040.
Il nostro engagement si è concentrato inizialmente sull’accelerazione dell’implementazione dell’energia solare, grazie al vantaggio logistico ed economico offerto dalle condizioni favorevoli della regione. Successivamente, ci siamo dedicati alla composizione del board, spingendo per l’inclusione di membri con esperienza tecnica nella sostenibilità e nei servizi di pubblica utilità, ritenuti più qualificati per guidare la transizione del mix energetico. Abbiamo anche collaborato direttamente con la Task Force on Climate-related Financial Disclosures (o TCFD). Più di recente, abbiamo incoraggiato l’azienda a pubblicare ufficialmente obiettivi di riduzione delle emissioni in termini di intensità di carbonio e a chiederne l’approvazione alla Science-Based Target Initiative (SBTi). HEI si è anche formalmente impegnata a identificare target di neutralità climatica a breve termine sempre approvati dalla SBTi. Inoltre, gli obiettivi di net zero dichiarati da HEI sono anche stati accreditati dalla Transition Pathway Initiative, che riteniamo contribuirà a promuovere positivamente la strategia di decarbonizzazione adottata dall’azienda.
Xcel Energy
Con circa 45 milioni di tonnellate di emissioni dirette di carbonio, questa azienda statunitense leader nel settore delle utility è tra i 30 maggiori emettitori di gas serra (GHG) al mondo. Xcel ha mantenuto e gestito centrali elettriche a carbone ed è stata perciò spesso ignorata o esclusa dagli investitori attenti ai fattori ESG. L’azienda però nel 2018 è diventata la prima grande utility statunitense a fissare pubblicamente obiettivi di net zero.
Pur essendo ancora parte del problema climatico, abbiamo già assistito a una rapida decarbonizzazione da parte di Xcel. La sua produzione di elettricità da base fossile è scesa da quasi il 56% della sua generazione totale nel 2005 al 25% nel 2021, mentre la quota da fonti rinnovabili è aumentata da circa il 9% al 36% nello stesso periodo. Dal 2019 collaboriamo con Xcel in merito alla decarbonizzazione sia individualmente che collettivamente con altri investitori attraverso l’iniziativa Climate Action 100+. L’azienda americana ha recentemente chiesto l’approvazione normativa per il ritiro delle suddette centrali a carbone, conseguendo la dismissione completa di tutti i restanti impianti a carbone entro il 2030, o prima.
Inoltre, sulla scia dell’ambizione di Xcel, abbiamo recentemente concentrato il nostro engagement sulle emissioni di metano, sollecitando il CEO e il team di management di Xcel ad aderire alla Oil and Gas Methane Partnership 2.0 (OGMP 2.0). Ad oggi, più di 100 aziende si sono impegnate a misurare e riportare le emissioni di metano attraverso questo protocollo standardizzato a livello globale.