Ora o mai più per l’Europa.
Siamo giunti a un momento decisivo: l’Europa deve ridefinire la propria identità in un mondo che, sempre più, la vede isolata. È il tempo delle scelte: assumersi la responsabilità del proprio futuro o lasciare che siano altri a determinarlo. È fondamentale che la Germania utilizzi il suo ampio margine fiscale per investire nel riarmo e nel potenziamento delle infrastrutture. Questo potrebbe rafforzare le prospettive di performance per l’Europa nei prossimi anni.
Assieme al mio team di investimento, sono responsabile della selezione dei 35-45 titoli della strategia azionaria European Sustainable Stars di Nordea. Questa soluzione investe esclusivamente in società europee con un orizzonte di lungo periodo. Attraverso un profilo di rischio equilibrato rispetto ai mercati azionari dei singoli Paesi, il nostro obiettivo è generare rendimenti superiori alla media europea. Investiamo soltanto in società che adottano politiche chiare in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG). Oltre all’analisi ESG, il portafoglio è composto da titoli che selezioniamo attraverso un’analisi approfondita delle valutazioni finanziarie, dei prezzi e del posizionamento strategico.
L’opportunità di una nuova più solida Europa si contrappone nettamente all’immagine che il continente ha avuto negli ultimi 15 anni. In questo periodo abbiamo contato ogni centesimo per salvare il settore bancario e l’euro, la cui stessa esistenza era in dubbio all’inizio dello scorso decennio. Dopo la crisi finanziaria, le banche hanno dovuto rafforzare la propria base di capitale e ridurre le attività di finanziamento. Allo stesso tempo, abbiamo esternalizzato la maggior parte dei posti di lavoro del settore manifatturiero verso la Cina. Così facendo, abbiamo indebolito il sostegno al nostro stesso sistema politico. Oggi, tuttavia, i leader europei sembrano aver compreso e definito la direzione che l’Europa deve intraprendere — una nuova strada che richiederà importanti investimenti.
Questa nuova direzione passa dalla riduzione della dipendenza dagli Stati Uniti per la difesa, dalla sicurezza degli approvvigionamenti energetici indipendenti sia dalla Russia che dagli USA, e da una minore dipendenza dalla Cina per la catena del valore industriale. Dobbiamo, ad esempio, sviluppare un’infrastruttura europea per la produzione di chip e riportare sul continente la nostra produzione industriale— non tanto come manodopera, ma piuttosto come produzione automatizzata, che a sua volta può stimolare l’occupazione nei servizi.
Negli ultimi vent’anni l’Europa ha smantellato la catena del valore produttiva, seguendo la logica del basso costo del lavoro. Oggi, però, la manodopera a basso costo non esiste più e non possiamo sostenere interruzioni nelle catene di approvvigionamento o paralisi sociali perché una nave portacontainer si arena nel Canale di Suez. Ricostruire la catena del valore e trasformare l’Europa per renderla più autonoma richiederà gran parte di una generazione, ma è l’unica strada possibile. Interrompere questo ciclo negativo è quindi indispensabile per concretizzare il futuro potenziale dell’Europa — e generare rendimenti interessanti per gli investitori.
Questa trasformazione dovrà includere anche obiettivi di inclusione sociale, come indicato nelle oltre 170 raccomandazioni del recente rapporto Draghi, (scritto da Mario Draghi ex Presidente del Consiglio italiano ed ex Presidente della Banca Centrale Europea) sul rafforzamento della competitività europea. Una crescita basata solo sull’aumento dei prezzi delle azioni e degli immobili non è più sostenibile. La crescita deve includere anche una dimensione sociale, capace di ridurre le disuguaglianze e aumentare la prosperità per tutti i cittadini europei, evitando di sovraccaricare i sistemi di welfare.
È comprensibili che via siano preoccupazioni riguardo agli sviluppi attuali. Considerando tuttavia la storia economica recente, vediamo come siano spesso proprio le situazioni di tensione e stress il motore di un cambiamento positivo.
Oggi l’Europa può fare affidamento su un sistema bancario solido, che ha dimostrato più volte il proprio valore dopo la crisi finanziaria. Abbiamo superato quella sfida, e supereremo anche i problemi attuali. Le prospettive per gli investitori in Europa sono positive.